Dopo aver incontro Ascanio Celestini a Terni, partiamo entusiasti e curiosi per incontrare Jacopo Fo. Quando abbiamo iniziato il viaggio con la nostra panchina gialla non avremmo potuto sperare di farla riposare in un luogo che ha fatto del fermarsi la sua essenza. Eppure la Libera Università di Alcatraz, fondata da Jacopo Fo tra le colline umbre, si ferma e vive tutti i giorni in modo meraviglioso.
Raggiungerla non è facile, le indicazioni sono poche e la strada difficile da trovare. Ma con un po’ di fortuna, qualche inversione di rotta e diversi suggerimenti, arriviamo a destinazione. Fin da subito abbiamo la sensazione di aver trovato molto più che un luogo. Troviamo statue misteriose e fantastiche, dipinti surreali e coloratissimi, persone disponibili che non si stupiscono affatto di vederci girovagare con curiosità, ma, soprattutto, troviamo silenzio.
I cellulari non prendono, internet nemmeno. Dopo vari disperati tentativi ci arrendiamo all’idea che non controlleremo le mail per due giorni e chi ci aspetta a casa dovrà accontentarsi di un messaggio rubato in cima alla collina dove con acrobazie notevoli si riesce a prendere ogni tanto una tacca, sufficiente a inviare un messaggio breve e conciso: “Sto bene, non prende il telefono. Ci sentiamo quando posso”. Che assurdità nel 2016 non poter comunicare, non essere connessi, non controllare le Ansa in tempo reale. Eppure non abbiamo scelta, o meglio, siamo costretti a cambiare le nostre abitudini.
Ci annunciamo alla segretaria di Jacopo che ci dà appuntamento per girare il video di lì a un’ora. Ci vengono comunicati gli orari di pranzo e cena, che si consumano collettivamente in una sala comune e ci consegnano le chiavi dei nostri alloggi: tre appartamenti sperduti nel verde che distano dalla struttura centrale almeno due chilometri.
Predisponiamo le attrezzature e aspettiamo che Jacopo di presenti per girare il video.
Arriva puntuale e si siede con disinvoltura sulla nostra panchina gialla. Su quel palco colorato e straniante sembra ci sia sempre stata. E lui pare a suo agio. Quindi lo siamo anche noi.
Gli chiediamo di raccontarci come è nata l’avventura di Alcatraz e questo diventa lo spunto per ripercorrere quarant’anni di cambiamenti socio culturali che hanno pian piano rimesso l’essere umano al centro, ricostruendo una scala di valori primari che lo vedono protagonista indiscusso. E questo, dice Jacopo, è un bene. Perché se oggi sempre più persone prestano attenzione a ciò che mangiano, è proprio grazie a questa rivoluzione culturale che ha rimesso i bisogni dell’individuo al primo posto.
Ma c’è ancora tanto da fare per il futuro, per esempio rendersi conto che i bisogni primari non bastano. Avere bisogni spirituali è ciò che rende autentica la nostra vita. Ed ecco che arriva l’invito a sedersi a guardare il tramonto, come metafora di una vita che sa fermarsi davanti all’essenziale, che sa mettere in stand by gli impegni e la frenesia, per ritrovare ciò che la rende meravigliosa.
Fermarsi a incontrare persone straordinarie, fermarsi ad ascoltare il proprio respiro, fermarsi a contemplare la meraviglia della natura, fermarsi per ritornare presenti a noi stessi. Fermarsi a vivere.
Che gran cosa questo Fermati, Vivi!
Quando spegniamo la telecamera ci sembra di aver assistito a una lezione di storia e avremmo voglia di fare tante domande. Alcune le facciamo, altre ce le teniamo, perché abbiamo la sensazione che non a tutte ci sia una risposta pronta, forse ognuno deve trovare la sua.
Ringraziamo Jacopo, che ritroveremo a cena, generoso come sempre di racconti, aneddoti e battute, e ci sediamo su un drago di legno dipinto in modo sfavillante che ci guarda beffardo a bocca aperta. Senza troppo pensare, ci troviamo rivolti verso un tramonto viola e arancione, che nel suo assoluto silenzio ora ha un sacco di cose da dirci.
Ci viene in mente che avremmo il girato del video da scaricare e un sacco di lavoro da finire. Ma nessuno di noi intende perdersi lo spettacolo. Stavolta ci sediamo e guardiamo. Fuori e dentro di noi.
La panchina gialla ha fatto la sua magia.
Grazie Jacopo
Guarda il video di Jacopo Fo sulla panchina di Fermati, Vivi
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