Ascanio Celestini è attore, regista, scrittore, ma soprattutto un grande narratore innamorato di storie fuori dal comune, di tutti quegli straordinari racconti di vita per cui vale veramente la pena fermarsi un attimo, e riflettere.
Il 15 Marzo 2016 è iniziato il viaggio della nostra panchina gialla in giro per l’Italia, ed Ascanio è stato il primo di una lunga serie di ospiti. Sì perché sulla panchina di Fermati, Vivi si fermeranno tantissime persone e sentiremo tantissime storie; sogni e suoni, sorrisi e riflessioni per vivere una vita davvero autentica, che non sia la brutta copia dei modelli proposti o imposti da televisioni, giornali e dalle pubblicità.
D’accordo con lo staff di Ascanio ci dirigiamo verso Terni. Il nostro ospite è atteso nel capoluogo umbro per ben quattro repliche di Laika, il suo nuovo ed emozionante monologo. Il Teatro Secci è sold out così come tutti i teatri in cui Celestini ha presentato il suo spettacolo, ma con un po’ di fortuna troviamo quattro posti per assistervi. Gli spunti di riflessione sono tantissimi: l’esistenza e l’essenza di Dio e dei miracoli, la lotta di chi vuole una vita migliore, la grandezza di piccoli gesti quotidiani apparentemente insignificanti, l’autenticità e la verità come valori da coltivare sempre, perché che ci offrono l’opportunità di vivere la vita che vogliamo, assieme agli altri. Finito lo spettacolo andiamo a riposare con tantissime idee per l’intervista del giorno successivo, e la curiosità di sapere come sarà il debutto della nostra panchina gialla con il suo primo ospite.
La mattina del 16 Marzo trascorre tra i preparativi del piccolo set allestito nel foyer del Teatro Secci. Il teatro si trova all’interno del Centro CAOS, un luogo folle e bellissimo in cui trovano dimora innumerevoli espressioni dell’arte contemporanea, corsi di ogni tipo dallo Yoga alla fotografia, e soprattutto una considerevole concentrazione di giovani dinamici e creativi. Fabio Tomaselli e il personale del centro CAOS ci aiutano in tutto e per tutto con una gentilezza fuori dal comune e verso le 12.00 la nostra panchina fa bella mostra di sé nel foyer, tra dipinti di Pirandello, Eduardo De Filippo, Eleonora Duse e Dario Fo, Carmelo Bene. Come numi tutelari per iniziare un grande racconto non potevamo chiedere di meglio!
Ascanio arriva alle 15.00 puntualissimo. Nonostante il lunghissimo tour e gli impegni correlati si dimostra da subito come ce lo aspettavamo: un uomo d’altri tempi. Arriva ciondolando sotto la pioggia, come nei migliori film. E’ venuto a piedi, ma anche se fosse arrivato in auto sarebbe stato con il fido furgone con cui pazientemente trasporta la scenografia dei suoi spettacoli su e giù per la penisola e oltre. Pochi dettagli con cui capiamo subito di non aver a che fare con un divo, ma con una persona semplice e libera dagli stereotipi della fama.
Ci salutiamo e ci presentiamo. Spieghiamo ad Ascanio cos’è Fermati, Vivi e perché abbiamo deciso di festeggiare in questo modo 30 anni di Macro, e perché abbiamo pensato a lui come nostro ospite. Scherziamo un po’ sull’attualità e regaliamo ad Ascanio alcuni libri da colorare per i due figli: è molto divertito dalle copertine dei libri di Art Therapy Macro, le definisce “psichedeliche”. Qualche altro dettaglio su Macro, la nostra filosofia, i nostri bestseller, i temi a noi cari come salute, consapevolezza, conoscenze alternative e iniziamo l’intervista!
Ascanio ha raccontato diverse volte dell’ansia e del suo rapporto con i medici, quindi parliamo soprattutto di questo tema, di quante volte sia finito all’ospedale credendo di avere un infarto o per altri problemi di salute, e delle improbabili soluzioni proposte dai medici. Ascanio è un narratore stralunato e abilissimo a fare collegamenti tra storie apparentemente distanti ma profondamente collegate.
Le immagini evocate dalle sue metafore ci portano a riflettere su luoghi e situazioni alle quali non siamo abituati a pensare a sufficienza, ma che sono straordinariamente comuni: l’ambulatorio e le diagnosi dei medici, la metropolitana e le strade che non attraversiamo più, le tecnologie dell’informazione e le conoscenze che abbiamo delegato perdendole irrimediabilmente. Capiamo subito di aver scelto un ospite perfetto col quale fermarci a chiacchierare. Trovarci a parlare di salute e medicina con un attore che vede nell’arte la sua personalissima cura ci fa pensare ad Antonio Bertoli, grande artista che proprio nelle parole aveva individuato la forma di cura più importante. Chissà se Ascanio lo conosce? Abbiamo dimenticato di chiederglielo. Ma sicuramente lo conosce Stefano Bollani, che era un suo grande amico e che si siederà prossimamente sulla nostra panchina.
La chiacchierata si sofferma su un nuovo argomento. Dal fermarsi per riconsiderare il proprio stato di salute, passiamo al fermarci per riprendere coscienza dei luoghi e del tempo in cui viviamo. Ascanio riflette sulla società dell’informazione che ci fa essere ovunque senza esserci mai veramente stati, che ci parla e ci fa parlare di cose che non conosciamo veramente e che, di conseguenza, ci fa perdere coscienza dei luoghi in cui viviamo realmente. Dei luoghi e delle persone con cui trascorriamo la nostra vita reale dovremmo avere più cura, ma spesso passano in secondo piano perché la nostra mente è occupata a rincorrere notizie fasulle e altri bugiardi fantasmi moderni. Nessuno è immune da questo vizio, ma fermarsi ed è esserne consapevoli è il primo passo per invertire la tendenza.
Vorremmo fare ad Ascanio tantissime domande ma il tempo a disposizione sta per scadere. Abbiamo appena iniziato il viaggio con questa panchina gialla che vogliamo ricoprire di storie, ed è stato bello trascorrere un’ora con una persona che ne conosce così tante.
Le storie sono importantissime se abbiamo la capacità di ascoltarle e farcele raccontare e, perché no, di raccontarle. Quando troviamo il tempo di fermarci e vivere belle storie, è come se vivessimo non una ma milioni di vite.
E a un certo punto Ascanio dice una frase che ci è sembrata bellissima e importante, proprio sulle storie:
“La qualità della vita non è fatta semplicemente del nostro restare in vita. Io preferisco che mi raccontino la vita delle persone, piuttosto che io viva una vita senza che questa vita sia raccontabile. Vale la pena viverla se vale la pena anche raccontarla”.
L’intervista finisce, il tempo per una foto con Ascanio e per i saluti. Poi il nostro ospite se ne va ciondolando sotto la pioggia, come era venuto, con il suo bagaglio di storie che per una bellissima ora ha condiviso con noi sulla panchina gialla di Fermati, Vivi.
Guarda il video di Ascanio Celestini sulla Panchina di Fermati, Vivi!
Guarda la fotogallery del backstage!
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2 Commenti su "Ascanio Celestini sulla panchina di Fermati, Vivi!"
Bellissima iniziativa! Siete dei grandi!
Non vedo l’ora di ascoltare anche gli altri testimonial.
Continuate così!
Sly
[…] stessa panchina di FermatiVIVI si è da poco seduto anche Ascanio Celestini e prossimamente si fermeranno anche Jacopo Fo, Neri Marcorè e Stefano […]